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martedì 5 luglio 2016

I consigli di Samanta - Breve storia della pasta ca n'ciova


Qualche giorno fa, mio marito ha deciso di farmi assaporare un piatto povero della cucina tradizionale siciliana, nella più classica versione Palermitana ossia la pasta ca n’ciova. Mentre accuratamente preparava gli ingredienti  (tutti di presidio slow food ed a km zero), mi ha raccontato la storia di questo primo piatto che ripercorre un po’ la storia e le vicissitudini di noi siciliani.

Un piatto povero dal sapore inconfondibile reso dolce dal concentrato di pomodoro (l’astratto) ma dal gusto deciso grazie alle acciughe sotto sale con un tocco ancor più rustico per via della muddica atturata (pangrattato tostato).

Nei primi del ‘900, portare a tavola un piatto di pasta, poteva essere molto difficile. Bisognava infatti sviluppare l’arte di sfamare un intera famiglia con pochi ingredienti, semplici e poco costosi che provenissero principalmente dal lavoro dei componenti del nucleo familiare, ciò che loro stessi producevano, i prodotti della terra ed il pescato…Le donne, con tanta maestria, creavano dei piatti prelibati, piatti che a tutt'oggi apprezziamo  e che uniscono i frutti della terra e del mare creando un’armonia di sapori unica ed inimitabile…

Ma la storia che mi ha veramente appassionato, riguarda il periodo del dopoguerra, quando la gente meridionale era costretta ad emigrare al nord lasciando la propria terra, i propri affetti ed  anche i sapori della cultura culinaria, nella speranza di avere una vita migliore, un tetto sopra la testa ed un piatto caldo sulla tavola. Beh, proprio in quel periodo la pasta ca n’ciova assume anche un altro nome: La pasta alla milanisi (pasta alla milanese)! 
Sembra un paradosso ed invece indica l’abitudine degli emigranti di portare in tavola questo piatto che rinverdiva nelle menti i sapori della Sicilia semplicemente facendo scorta di conserve. E si! L’astratto e le acciughe sotto sale, sono i 2 ingredienti principali di questo primo dai sapori Siculi, ed erano e lo sono tutt’ora, facilmente  trasportabili. Li ponevano con cura nelle valige ormai consumate quando, ripartendo per tornare al nord dopo una breve vacanza, portavano con se i profumi della loro terra e del mare.

Da lì l’abitudine di chiamarla anche pasta alla milanese  (laddove Milano rappresentava tutto il nord nell’immaginario dei siciliani). La pasta di quei siciliani che, lontani dalle proprie origini, a tavola e con un piatto di pasta si sentivano un po’ a casa loro!




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